Il modello matematico del circuito è:
dove i rappresenta la corrente media nell'intervallo Δt
Si ricorda che si è interessati a stabilire dopo quanto tempo la variazione del livello di tensione applicata dal trasmettitore si manifesta al ricevitore.
Si tratta di determinare quanto tempo impiega la d.d.p. Vc ai capi del condensatore a raggiungere lo stesso valore della d.d.p. del trasmettitore. In altri termini, il modello matematico deve consentire di esprimere Vc(t).
Esprimendo il rapporto incrementale come differenza tra due valori di Vc calcolati in due istanti diversi, cioè trasformando la precedente nella seguente forma:
poi, separando i valori da calcolare al tempo (t+Δt) da quelli noti al tempo t, si ha un'espressione che permette di calcolare il valore successivo di Vc:
Vc(t+Δt) = Vc(t) + ·i(t)·Δt
Questa espressione è approssimata. La sua validità è tanto più accurata quanto più Δt è piccolo rispetto al prodotto R·C.
In queste condizioni, cioè Δt « R·C, la corrente i approssima il valore istantaneo, anzichè medio.
Infatti, dall'equazione che descrive la conservazione dell'energia:
si ottiene che la corrente istantanea è:
Che sostituita a secondo membro dell'espressione di Vc(t + Δt) porta alla seguente espressione:
Si noti che l'espressione è dimensionalmente corretta, infatti affinchè il secondo membro abbia le dimensioni di una tensione [Volt] il prodotto R·C deve avere le dimensioni di un tempo [sec]. (lo si verifichi per esercizio).
L'espressione precedente si può anche mettere nella forma:
al limite per Δt→0 il rapporto incrementale tende alla derivata di Vc:
Questa è un'equazione differenziale perchè l'incognita Vc è una funzione che compare sia nella sua forma semplice che insieme alle sue derivate. Il grado della derivata più elevata determina l'ordine dell'equazione differenziale, in questo caso l'equazione differenziale è del primo ordine.
Per dare un'interpretazione al problema di trovare una soluzione dell'equazione differenziale, si osservi l'equazione da un'altra forma:
Poichè la derivata prima di una funzione in un punto rappresenta la tangente alla funzione in quel punto, si può pensare che il problema descritto da un'equazione differenziale sia quello di determinare il grafico della funzione incognita conoscendo come varia la tangente alla funzione.
Ritornando all'equazione differenziale:
R·C·+ Vc = E
Nella quale si è supposto che l'ingresso sia un valore costante E.
Si deve osservare che se al termine noto si somma il valore 0, l'equazione differenziale non cambia, cioè:
R·C·+ Vc = 0 + E
e, siccome la derivata è un operatore lineare, l'equazione differenziale precedente è la somma delle due seguenti:
R·C·+ Vc = 0
R·C·+ Vc = E
L'equazione differenziale con il termine noto posto uguale a zero è detta "omogenea associata". La soluzione Vc(t) deve essere la somma della soluzione di ciascuna equazione differenziale.
La soluzione dell'equazione omogenea associata viene ottenuta applicando il metodo di separazione delle variabili, cioè si portano a primo membro tutti i termini in Vc e a secondo membro tutti i termini in t, si ha:
= -
L'integrale del primo membro è log(Vc), mentre l'integrale del secondo membro è -
cioè:
log(Vc) = - + K
Per ottenere Vc si deve prendere l'esponenziale del primo e del secondo membro:
Vc(t) = K·
in cui la costante di integrazione, che si verrebbe a trovare ad esponente (), viene espressa come fattore dell'esponenziale e indicata ancora con K (grazie alla sua arbitrarietà). Questa espressione di Vc(t) rappresenta una soluzione dell'omogenea associata.
Per trovare una soluzione dell'equazione differenziale avente il termine noto posto uguale ad E, si deve trovare una funzione che sostituita nell'equazione differenziale porta ad un'identità.
Si può iniziare a vedere se una funzione simile alla funzione applicata in ingresso soddisfa l'equazione differenziale. Siccome il termine noto è la costante E, si può vedere se ammettendo che anche Vc sia una costante, in particolare di valore E, si ottiene un'identità. Infatti sostituendo E a Vc si ottiene un'identità.
Quindi la soluzione completa è la somma delle due soluzioni:
Vc(t) = E + K·
La soluzione di un'equazione differenziale è
una famiglia di curve parallele tra loro.
Solo una curva è la soluzione dell'equazione
differenziale, ed è quella che passa per il
punto iniziale y(x=0)=y0.
Resta da determinare la costante di integrazione K. Questa si determina imponendo la condizione iniziale, cioè ponendo t=0 si deve avere Vc(t) = 0.
La soluzione di questa equazione algebrica è K = -E, che sostituita nella soluzione:
Si vede che per t=0 sul condensatore si ha Vc=0, mentre per t→∞ si ha Vc→E. La funzione partendo da 0 raggiunge il valore E con un andamento esponenziale.
Il risultato indica che l’uscita tende a raggiungere il valore E e ne differisce da esso in ogni istante di una quantità descritta da un esponenziale decrescente, e questa differenza è introdotta automaticamente dal sistema stesso in risposta a qualsiasi segnale si applica in ingresso.
Infatti, il termine esponenziale è stato ottenuto dall'omogenea associata.