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STORIA



LA GUERRA FREDDA

Alla fine della seconda guerra mondiale, truppe americane, inglesi, francesi e sovietiche occuparono il suolo tedesco, una parte del quale fu ceduto alla Polonia. Fra il 1947 e il 1949 USA, Gran Bretagna e Francia unificarono le rispettive zone, mentre nella sua zona l'URSS diede il via a misure economiche e politiche miranti alla costituzione di una repubblica tedesca comunista. Nel 1949 si assistette così alla formazione di due distinte Germanie: ad ovest venne costituita la Repubblica Federale Tedesca con capitale Bonn, mentre ad est si formò la Repubblica Democratica Tedesca con capitale Berlino. L'aspetto che la Germania assunse, rispecchiava una situazione più generale: attorno alle due grandi potenze vincitrici si formarono due blocchi di stati. Ad Occidente, Francia e Gran Bretagna furono economicamente dipendenti dal colosso USA, che fece sentire il suo peso su paesi come l'Italia, da esso liberati. Ad Oriente sorsero regimi comunisti nei paesi liberati dall'Armata Rossa.



Usciti vittoriosi dalla seconda guerra mondiale, Unione Sovietica e Stati Uniti costituirono ormai le due maggiori potenze del mondo. Ma, a causa della diversità dei loro sistemi politici ed economici, non riuscirono a trovare un accordo. La tensione tra i due blocchi tuttavia non si trasformò mai in un conflitto militare diretto, pur restando forte per circa mezzo secolo.

Il termine “guerra fredda” fu introdotto nel 1947 dal consigliere presidenziale Bernard Baruch e dal giornalista Walter Lippmann, per descrivere il sorgere delle tensioni tra due alleati della seconda guerra mondiale. Il termine sintetizza in modo efficace la situazione che si stava delineando: in un pianeta dominato da due potenze, entrambe in lizza per il primato e per l'egemonia mondiale, e radicalmente contrapposte sul piano ideologico, il conflitto sembrò inevitabile. Il mondo dove due contendenti avevano armamenti tali che una guerra avrebbe avuto conseguenze intollerabili anche per il "vincitore", il conflitto era impraticabile. Si determinò così una situazione di “guerra fredda”: guerra, perché la contrapposizione tra i contendenti sembrò un vero e proprio conflitto e perché all'interno dei paesi coinvolti si delineò una mobilitazione militare, economica e psicologica “di guerra”; Fredda, perché le armi, che continuarono ad essere prodotte e accumulate, non potevano essere usate. Con "guerra fredda" si indica quindi tutto l'assetto mondiale dall'immediato dopoguerra fino alla fine degli anni ottanta. Questo lungo periodo si sviluppò in 3 fasi:
- la prima di "guerra fredda" vera e propria che durò dal 1947 ai primi anni sessanta;
- la seconda, detta la fase di "distensione", dagli anni sessanta e ai primi anni settanta;
- la terza, dopo il 1973, che rappresentò una nuova fase di tensione internazionale basata però su strumenti in parte nuovi.



Negli anni della guerra fredda, USA ed URSS cercarono di estendere le proprie zone di influenza, sostenendo governi a loro favorevoli in diverse parti del mondo. La fase più critica e potenzialmente pericolosa restò quella compresa fra gli anni cinquanta e gli anni settanta. Dai primi anni ottanta si mise in moto fra i due blocchi un graduale processo di distensione e disarmo. Convenzionalmente si indica la fine di questo periodo con la caduta del Muro di Berlino avvenuta il 9 novembre 1989.



Il muro di Berlino fu costruito nel 1961 per fermare l'emigrazione dei cittadini da Berlino Est a Berlino Ovest. Originariamente consisteva in un filo spinato, ma già il 15 agosto iniziarono ad essere usati elementi prefabbricati di cemento e pietra. Berlino Est sostenne che si trattava di un muro di "protezione antifascista" inteso a evitare un'aggressione dall'Ovest.

Il muro, lungo più di 155 km, dopo la costruzione iniziale, venne regolarmente migliorato. Nel giugno 1962 venne costruito un secondo muro, destinato a rendere più difficile la fuga verso Berlino Ovest e fu creata la cosiddetta "striscia della morte". Nel 1965 il muro fu ulteriormente perfezionato con lastre di cemento armato e nel 1975, venne completato definitivamente: fu costruito in cemento armato rinforzato, alto 3,6 metri, composto di 45.000 sezioni separate. Le sentinelle della Guardia di Frontiera sorvegliarono i movimenti lungo il muro e, chi cercò di oltrepassarlo, venne ucciso immediatamente.

Nel settembre 1989 più di 13.000 tedeschi dell'Est scapparono attraverso l'Ungheria. Le manifestazioni di massa contro il governo della Germania Est iniziarono nel 1989.

Il 9 novembre 1989, durante una conferenza stampa, fu annunciata la notizia che tutti i berlinesi dell'Est avrebbero potuto attraversare il confine da quello stesso giorno. Decine di migliaia di berlinesi dell'Est, avendo visto l'annuncio alla televisione, si precipitarono, riempiendo i checkpoints e chiedendo di entrare in Berlino Ovest. Le guardie furono allora costrette ad aprire i checkpoints e i berlinesi dell'Est si precipitarono all'Ovest, senza essere controllati. Il 9 novembre è quindi considerata la data della caduta del Muro. Nei giorni e settimane successive molte persone accorsero al muro per abbatterlo. La Germania fu ufficialmente riunificata il 3 ottobre 1990.




Con la successiva caduta dell'Unione Sovietica nel 1991 la situazione di guerra fredda fu considerata superata, anche se negli ultimi anni ci sono stati episodi di contrapposizione tra gli Stati Uniti e la Russia: tra il 2006 e 2007, ad esempio, i rapporti tra i due paesi sono diventati più tesi a causa di questioni riguardanti lo Scudo spaziale:




Il 23 marzo 1983, il presidente americano R. Reagan, a conclusione di un discorso sulla sicurezza nazionale, annunciò che gli Stati Uniti avrebbero dato inizio a un programma di ricerca di tecnologie avanzate allo scopo di costruire un sistema di difesa strategica che avrebbe reso sorpassate e inutili le armi nucleari. Tale programma venne denominato SDI (Strategic Defense Initiative), ma fu più conosciuto sotto il nome di "scudo spaziale". Secondo le prime valutazioni non ufficiali fatte da esperti statunitensi, il programma SDI avrebbe comportato una spesa di circa 60 miliardi di dollari e la sua efficacia massima sarebbe stata superiore al 90%. In altre parole, ciò significava che meno di una testata nucleare sovietica su 10 avrebbe potuto raggiungere il suo obiettivo: risultato più che sufficiente per scoraggiare i leaders sovietici da ogni iniziativa di un attacco nucleare cosiddetto "di primo colpo", ma non per rassicurare i cittadini statunitensi, consapevoli del fatto che almeno un centinaio dei 1600 missili nucleari lanciati dai silos sovietici avrebbero potuto colpire le città americane. Inoltre, fu stimato che il sistema SDI avrebbe potuto diventare operativo all'inizio del 2000.